Ti ricordi di Chicca?
Che scricciolo, che faccia da
birbante, che amore di bambina. In questa foto poi, sembra davvero una
birichina eppure, dentro di lei, già allora nascondeva un terribile segreto. La
riconoscete? Molti purtroppo no, le cronache nazionali la sfiorano di tanto in
tanto e poi passano ad altro, come a voler evitare di immischiarsi. Adesso
invece mi ci immischio io, glielo devo, come uomo, come padre e come essere
umano. La deliziosa bricconcella di sei anni della foto è Fortuna Loffredo, o
meglio lo era. Chicca per sua mamma Domenica e per tutti coloro che le hanno
voluto bene e che ancora oggi faticano a dimenticare quello sguardo e quella
boccuccia che tante cose avrebbe voluto dire e che invece qualcuno ha zittito
per sempre.
I fatti di cronaca parlano di un
volo di circa dieci metri, nel quale ha trovato la morte, lo scorso 24 giugno a
Caivano, da un palazzo al Parco Verde dove già un anno prima, era precipitato
un altro bambino di quattro anni, Antonio Giglio, fratello dell’amichetta Dora,
nella cui abitazione pare essere andata a giocare quello stesso terribile
giorno Chicca. Coincidenze? Come un’altra coincidenza pare essere il fatto che
a Chicca mancò una scarpetta, quella destra, come era mancata ad Antonio, sottratta
presumibilmente dallo stesso macabro collezionista. L’autopsia fatta
successivamente sul corpicino della bimba rivelerà poi, che la stessa bimba
subì violenza sessuale e che non fu nemmeno la prima volta, ma che le violenze
avvenivano già da almeno un paio d’anni, forse tre. Guardate bene la foto,
guardate Chicca bene negli occhi, ebbene si, quegli occhi all’apparenza
spensierati, da bambina vivace, già allora celavano una verità terribile, una
verità che nessun bambino dovrebbe mai conoscere.
Quello che voglio fare io, con
questo ricordo della piccola Chicca, non è l’investigatore che prova a scoprire chi abbia violentato e ucciso Chicca,
a questo ci stanno già pensando gli inquirenti, con molte difficoltà a dire il
vero, ma domandarmi perché in questo caso ci sia così tanto riserbo. Perché per
questa bambina non sia stata sprecata tanta pellicola e tanto inchiostro, come
per altri fatti simili o meno drammatici del suo? L’ultimo in fatto di date, la
morte del piccolo Loris Stival, bambino di otto anni ucciso nel ragusano lo
scorso fine settimana, che Dio stringa tra le sue braccia e che venga trovato
presto l’assassino e che possa subire anche la stessa attenzione subita dal
piccolo, magari con un simile cavo elettrico stretto attorno al collo … poco
Cristiano il mio augurio? Lo so, ma non me ne frega niente. Non sento pietà per
chi fa del male a un bambino.
In ogni caso, sulla morte di
Loris, fin dal momento successivo alla scomparsa, intere trasmissioni si sono
rincorse per dare notizie e aggiornamenti dell’ultima ora, “Chi l’ha visto?” ha
fatto addirittura una puntata speciale lo scorso lunedì, nella speranza di
ritrovarsi lo scoop in diretta come avvenne dopo la morte di Sara Scazzi.
Barbara d’Urso su Mediaset e “La vita in diretta” sulla Rai si spintono su chi
ha notizie più fresche o più da “odiens”. Ci sta! Quello che è successo ha
sgomentato tutti. Io per primo cerco news nella speranza di sapere che
finalmente hanno beccato il bastardo. Ma perché la stessa attenzione, la stessa
ansia da scoop, non l’ho riscontrata anche nel caso della piccola Fortuna
Loffredo? Non si è trattato lo stesso della morte di un altro piccolo angelo?
Perché di Sara Scazzi, Melania Rea, Yara Gambirasio, Roberta Ragusa, Elena
Ceste o addirittura del piccolo Samuele di Cogne se n’è parlato tantissimo e
ancora oggi se ne continua a discutere nonostante per alcuni casi siano passati
anche diversi anni, mentre di un fatto che alla vigilia di Natale compirà sei
mesi, pare che nessuno ne voglia parlare? Perché mi domando io? Cosa si
nasconde dietro questo palazzo, dietro questo quartiere dove la camorra
gestisce lo spaccio di droga, la prostituzione e men che meno vuole ritrovarsi
con le telecamere accese a infastidirne il business? Perché la stessa giustizia
non ha chiesto pubblicamente aiuto alla popolazione di raccontare quello che sa
e non nascondersi dietro l’omertà, come fatto in conferenza stampa dallo stesso
procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia nel caso del piccolo Loris? Perché non
sono stati utilizzati gli stessi mezzi e le stesse risorse? Ho ancora davanti
agli occhi tutte quelle persone che entrano in casa Stival con le tute bianche
della polizia scientifica, quindi mi domando se lo stesso numero di persone abbia
fatto i medesimi accertamenti anche nel palazzo al Parco Verde. E i rinforzi di
uomini del Ros e del Racis richiesti ed ottenuti nel Ragusano che dopo solo due
giorni si sono messi in appoggio alla polizia locale per accelerare i tempi
sulla soluzione del caso, sono stati richiesti ed ottenuti anche lo scorso fine
giugno? E le tv, i giornali, perché sono così conniventi a non dar troppo
fastidio in un’area dove, come raccontano, si diventa grandi troppo in fretta e
incesti, prostituzione minorile e uso di droga tra minori non fanno più
notizia? Ma una bambina che viene uccisa a Caivano non è forse uguale a un
bambino ucciso a Santa Croce di Camerina? Non esistono morti di serie A e morti
di serie B e come è giusto che non debbano essere spenti i riflettori per chi
vuole giustizia per Roberta Ragusa, Yara Gambirasio ed Elena Ceste, gli stessi
riflettori debbano rimanere accesi anche per chi, come me, vuole giustizia per
Chicca Loffredo! Quindi mi rivolgo anche alle trasmissioni di “Chi l’ha
visto?”, “Quarto grado”, “La vita in diretta”, “Pomeriggio 5” e telegiornali
vari, di non fare il lavoro di chi vuole che di questa notizia se ne perda
traccia, guardate quel dolce faccino sulla foto e chiedetevi anche voi se per
Chicca avete fatto e state continuando a fare tutto quanto è nelle vostre
possibilità affinché possa finalmente trovare giustiza!
E infine mi rivolgo agli abitanti
del maledetto palazzo dove abitava Chicca, del Parco Verde e di tutta Caivano. Superfluo
dire che chi sa qualcosa è giusto che parli, quando si tratta dell’uccisione di
una bambina, ogni coscienza umana dovrebbe portare le persone a far di tutto
affinché venga scoperto il responsabile, anche solo per fare in modo che fatti
simili non succedano anche ai propri figli, fratelli e nipoti. Se si ha paura
di ritorsioni, niente di più semplice che farlo in maniera anonima telefonando
al 112 o al 113. Adesso guarda la foto in alto, guarda Chicca dritto negli
occhi, tu che sai qualcosa e non lo denunci, sei anche tu colpevole della sua
morte. Continua a guardare quel visino qua su in alto e adesso fai quella
telefonata anonima, guardala ancora … fallo per Chicca!